“Ci sono stati tre grandiosi momenti nella mia vita di inventore.
Il primo, quando i segnali radio da me inviati fecero suonare un campanello dall’altro lato della stanza in cui stavo svolgendo i miei esperimenti; il secondo, quando i segnali trasmessi dalla mia stazione di Poldhu, in Cornovaglia, furono captati dal ricevitore che ascoltavo a S. Giovanni di Terranova, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico a una distanza di circa 3000 km; il terzo è ora, ogni qualvolta posso serenamente immaginare le possibilità future e sentire che l’attività e gli sforzi di tutta la mia vita hanno fornito basi solide su cui si potrà continuare a costruire.”
[Guglielmo Marconi - Dicembre 1935]

 

Nel 1909 Guglielmo Marconi fu il primo Italiano a vincere il Premio Nobel per la Fisica: anche se ottenuto in giovane età – Marconi aveva 35 anni – quel premio giunse al termine di un programma straordinariamente intenso di lavoro durato poco meno di 15 anni.

Tutto era iniziato nel laboratorio della casa paterna – Villa Griffone, situata sulle colline bolognesi – con i primi esperimenti di telegrafia senza fili, ma poi teatro del periodo pionieristico delle radiocomunicazioni furono le coste Atlantiche: la Gran Bretagna fu la seconda casa dell’inventore ma fu la prima dell’imprenditore Marconi; l’Irlanda – terra da cui proveniva la madre Annie Jameson – ospitò importanti stazioni per i primi collegamenti transatlantici; il Canada e gli Stati Uniti videro trionfare il giovane visionario italiano che tra il 1901 e il 1903 riuscì – tra polemiche, scetticismo e grande meraviglia – a ricevere i primi segnali radiotelegrafici che avevano superato quell’enorme ostacolo naturale che era appunto l’Oceano Atlantico.

Tra il 1895 e il 1903 Marconi fu il pioniere assoluto delle radiocomunicazioni ma, nonostante circolassero voci sulla possibile vittoria del Premio Nobel già al termine di quel periodo, assai impegnativi furono anche gli anni in cui quegli straordinari successi dovevano essere consolidati.

Una tappa fondamentale di quel processo fu l’inaugurazione del primo regolare servizio pubblico di radiotelegrafia attraverso l’Atlantico, nell’ottobre del 1907, e senza alcun dubbio la straordinaria utilità del radio soccorso diede eccezionale prova in occasione del salvataggio dei passeggeri a bordo del transatlantico Republic nel gennaio 1909 nel quale grandi meriti ebbe l’operatore radiotelegrafico Binns che lavorava per la Compagnia Marconi. E proprio nel dicembre di quell’anno, iniziato con i clamori di quel salvataggio, Marconi vinse – condividendolo con lo scienziato tedesco Karl Ferdinand Braun – il Nobel per la Fisica «a riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili».

Marconi operò ancora a lungo e in decine di circostanze fu celebrato quale simbolo vivente delle radiocomunicazioni, ma non vi è dubbio che il conferimento del Premio Nobel fu un momento fondamentale per un personaggio che aveva avviato, a soli 21 anni, una vera e propria rivoluzione nelle telecomunicazioni e che dedicò l’intera carriera agli sviluppi della Radio combinando doti scientifiche e qualità imprenditoriali, grandi intuizioni e straordinaria determinazione.

Il centenario del Premio Nobel è stato dunque una preziosa occasione per un programma di iniziative che hanno ricordato e rinnovato l'attualità di Marconi inventore e imprenditore, di un personaggio cosmopolita la cui invenzione e i relativi sviluppi rappresentano tuttora un potente strumento a disposizione dell’umanità.

Ecco una raccolta di tutti gli scritti di Guglielmo Marconi, i documenti sono scaricabili dal sito della Fondazione Guglielmo Marconi.

Guglielmo Marconi nasce a Bologna il 25 Aprile 1874. Intuisce per primo la possibilità di utilizzare le onde elettromagnetiche per trasmettere messaggi a distanza senza collegamenti con fili. Nei suoi primi esperimenti realizzati fra il 1894 e il 1895 nella villa paterna di Pontecchio, pone le basi per la trasformazione degli esperimenti scientifici di Hertz in un primitivo sistema di telegrafia senza fili.